Mentre disegnavo mi è apparsa una bambina. Dal vestito non sembrava vivesse nella nostra epoca. Le ho chiesto il nome, "Nina" mi ha risposto. Mi guardava con un'aria rassegnata, ma triste...
Nina è stata soffocata dalla sua balia. Con la cintura verde del suo vestitino.
La donna era sposata con uno dei servitori di famiglia e non potendo avere figli riversò tutto il suo amore sulla piccina, un amore che però col tempo divenne talmente morboso da costarle l'allontanamento dal palazzo. Così, l'ultimo giorno prima di andare via, la balia che ebbe mal digerito la cacciata da parte della madre di Nina, chiese alla donna di poter aiutare per l'ultima volta la bambina a vestirsi. Un rituale, quello, che facevano tutte le mattine: la piccola cantava e la donna si scioglieva in lacrime al suono di quella vocina dolce e melodiosa, dopodichè l'abbracciava stretta e le ripeteva più volte che era il suo tesoro più prezioso. Andò esattamente così anche quell'ultima mattina: dopo averle infilato il vestitino e legato i capelli con dei nastri verdi, la balia abbracciò Nina per l'ultima volta sussurrandole stavolta di perdonarla e, piangendo, prese la cintura del vestito e la soffocò.
Da allora l'anima dannata della piccola vaga senza meta, cantando tristi versi di cui nessuno riesce a distinguerne le parole...
© Gabriella D'Ambrosio |
Tranquilli, non è una storia vera...è che l'altra sera ho visto un documentario sulle presenze ed allora...ne ho inventata una anche io! ^_^
2 commenti:
Bellissima Gabry!! :))
PS: "I tuoi commenti riempiono la mia ciotola di croccantini", questa è stupenda!
Grazie, Giuggiù! Anche da parte di Wizzy! :D
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